mercoledì 5 dicembre 2012

el PINCHADISCOS

EL PINCHADISCOS

La ricchezza dello spagnolo sa arricchire di sapori e sensazioni le parole più comuni.   
Punge i dischi il vero Dj perché  "pinchar" rimanda ai pungiglioni, agli aghi e naturalmente alla vecchia testina del giradischi: punge qualsiasi cosa abbia una punta, ed il vero Pinchadiscos  deve amare il vecchio vinile. 
Negli anni '50 gli amici si riunivano con i loro 45 giri che riconoscevano da alcuni pezzettini di scotch colorato e molto artigianalmente ricreavano l'atmosfera del primo rock che arrivava d'oltreoceano, Roy Orbison e tanta allegria. 
Nelle feste con luci, mixer ed amplificatori il Pinchadiscos non rinuncia a unire la tecnologia con la musica jazz di qualche vecchio vinile, citazioni colte per chi a voglia di ballare la modernità.

Io preferisco ballare con la musica dal vivo, e so che il Pinchadiscos non si tira indietro e nei momenti liberi suona la tromba imparando da autodidatta.  

  

sabato 1 dicembre 2012

DANZAS POPULARES FLAMENCAS


DANZAS POPULARES ANDALUZAS 
 - 15 dicembre 2012
Danze Popolari Flamenche

dalle 10.00 alle 12.00
presso l’Associazione culturale "In Cerca D'Autore" Via Vittorio Veneto, 3f - Brescia




Passionalità, fierezza, un gioioso modo di lavorare sulla postura nella verticalità e contemporaneamente nell'apertura, un fantasioso modo di muovere mani e braccia unico al mondo, un richiamo costante alle forze vitali della terra con i piedi che diventano presenti e attivi quanto mai... nella gioia del danzare insieme con coreografie accessibili anche a chi vi si approccia per prima volta.

Stage rivolto a tutti per la presentazione del corso a cadenza settimanale con inizio gennaio 2013



L' insegnate  è Maria Angeles Henestrosa, originaria dell'Andalusia.
Fin da piccola inizia lo studio delle danze popolari della sua terra natale ed entra a 14 anni nel "Gruppo Folcloristico Virgen de la Cabeza" gruppo tutora attivo e rappresentate della Spagna in vari festival e incontri internazionali.
Amante delle danze antiche di qualsiasi origine, dal 1998 oltre a trasmettere le danze  popolari andaluse
flamencas, insegna Danza Sacra in Cerchio in corsi e seminari in varie città dell'Italia. Segue dei corsi di formazione in Danza Creativa Terapeutica e partecipa ad incontri per l'armonizzazione corporea.


Per info e prenotazioni: 3334720330 - 3388565818  -  costo 20 €

giovedì 29 novembre 2012

FESTA A BALLO con Maurizio Diamantini


FESTA A BALLO CON FOLKBANDA




Era il 24 novembre 2012 e abbiamo organizzato la festa a ballo con cui ci piace rinsaldare le amicizie tra i nomadi del popolo folk e contagiarci di allegria. E sabato anche Ginger c'era!



Da Verona abbiamo invitato a suonare per noi i Folkbanda con Maurizio Diamantini. Con lo spirito del pifferaio magico che dirige chi lo ascolta Maurizio dal suo angolo conduceva sia le musiche che le danze, introducendosi nel cerchio della danza quando serviva insegnare un passo o una sequenza. A volte gli attacchi non erano chiarissimi ma la voglia di ballare sorpassava qualsiasi tentennamento.
Ringraziamo l'organetto, le percussioni, il violino e la piva dei Folkbanda per la musica di cui abbiamo goduto. 



La sala (una palestra in verità) era stata decorata  con gli stendardi con  frasi sulla danza e l'atmosfera era resa ancora più giocosa dalle stoffe colorate appese come biancheria stesa ad asciugare tra le calli veneziane di Canareggio.  



Daniela ci scrive:
"Bellissima festa. Non partecipo a nessun corso eppure mi avete coinvolta con un entusiasmo strepitoso. Mi sono divertita tantissimo. Mi avete coinvolta nel ballo con gioia... e un po' di pazienza. Grazie a tutti."







 





Stefania aggiunge:

"Mi associo a Daniela confermando quanto sia stato bello e divertente! E' stata una serata straordinaria! Grazie agli organizzatori!!!

p.s. Ha ballato persino lui!!!! E' tutto dire!!! :-)"








 come cappello il commento del maestro concertatore Maurizio Diamantini:

"Sabato sera? Un trionfo."






























domenica 18 novembre 2012

PEPPINELLA E LE ALTRE

VERSO SUD



"Le sentite che sono vostre?" tanta energia è arrivata travolgente con lo stage di Cristina che ha portato il ritmo del sud a Brescia. Il piacere del saltarello, il battito del piede sulla terra (stacca- stacca) ci hanno contagiato. Abbiamo
 accolto la Peppina e la sua allegra tarantella che ora fa parte anche di noi. Chiediamo alle nostra ginocchia di accompagnarci ancora per un bel po' di anni assecondando la nostra voglia di saltare il tempo delle castagnette e dei tamburelli. 


tarantella della Peppina, tarantella di Montemarano, saltarella marchigiano, sa tempesta, tarantella siciliana...
DANSAREM FIN CHE POREM





(come promemoria il carnevale di Montemarano con la tipica tarantella processionale) 

venerdì 16 novembre 2012

JARABE TAPATIO, una lunga storia...


da wikipedia

Jarabe Tapatío, o la danza del cappello è la più famosa del gruppo di danze popolari messicane chiamate “Jarabe”.  Originariamente fu bandito dalle autorità coloniali nel XIX secolo per la sua accentuata sessualità e la sua natura di sfida verso le leggi spagnole, fino a che divenne il simbolo del Messico sia all’interno del paese che all’estero.   
Anche il vestito dei protagonisti simbolizza la tipica  coppia messicana, con le donne vestite nello stile chiamato “China Poblana” e gli uomini vestiti da Charros.

  Storia
Meglio nota come Danza del cappello jarabe tapatío è arrivato a simboleggiare il Messico sia all’interno dei confini che fuori. La parola  “jarabe” deriva dalla parola araba “xarab” che significa “infuso di erbe” ( in spagnolo decotto, sciroppo), mentre “tapatío” è il soprannome dato agli abitanti di Guadalajara. La danza condivide il suo nome con altri balli dello stesso tipo del centro e del sud del Messico ( jarabe de Jalisco, jarabe de atole,  jarabe moreliano) ma il tapatío è il più famoso. C’è qualche controversia sull’autenticità della danza: il ricercatore  Nicolás Puentes Macías sostiene che i veri jarabes sono quasi estinti e che si mantengono solo in piccole zone dell’area zapateca e di jalisco, e che il tapatío siain realtà una variante di una danza chiamata “tonadilla.”
Le prime testimonianze della danza provengono dagli ultimi anni del 1700. Originariamente era danzata da coppie di donne al fine di evitare di incorrere nella disapprovazione della Chiesa.  Poco prima della Guerra di Indipendenza cominciarono a ballarla coppie miste in spettacoli pubblici al centro di città del Messico nel 1790.   Immediatamente il jarabe fu bandito dalle autorità coloniali e religiose perchè considerato offensivo per la morale e provocatorio nei confronti del controllo della Spagna sul territorio. Ciò servì comunque servì solamente a rafforzare la popolarità della danza come forma di protesta, con la gente che organizzava balli illegali in piazze pubbliche e festival popolari.

Subito dopo l’Indipendenza il jarabe e altre danze crebbero in popolarità e diffusione, anche se erano terminate le restrizioni coloniali. La gente infatti celebrò la fine della guerra con lunghissimi festeggiamenti in cui si ballava prevalentemente il jarabe, che cominciò ad essere visto come una parte importante della nascente identità del messico come nazione.
Il jarabe mantenne varianti regionali ma raggiunse lo status di danza nazionale divenendo popolare non solo nella città d’origine di Guadalajaram ma anche fra l’élite di Città del Messico intorno al 1860. Dopo la Rivoluzione messicana la sua popolarità si estese anche alle classi pù umili, divenendo il simbolo di unità nazionale e danza ufficiale del Messico. La sua fama fu accresciuta dopo che la notissima ballerina russa Anna Pavlova la inserì nel suo repertorio nel 1919.   il jarabe è rimasto molto in voga in Mexico circa fino al 1930, soprattutto a città del  Messico, ed è tuttora insegnato nelle scuole di ogni grado del paese.  
 Performance


La danza rappresenta il corteggiamento di un uomo e una donna, con la dama che dapprima rifiuta le avances e poi le accetta. Ha esplicite metafore sessuali che ne hanno causato l’ostracismo delle autorità.  Col tempo la danza ha perso la sua forza provocatoria e guadagnato il carattere di danza nazionale, e per questo è importante che i ballerini indossino gli abiti rappresentativi dell’uomo e della donna messicani. Per le donne il vestito tradizionale è chiamato   China Poblana”:  il nome della combinazione di gonna e camicia viene da una Filippina che arrivò su un galeone in Messico per lavorare come serva agli inizi dell’ 800. Il suo vestito asiatico fu copiato ed adattato a quello di Puebla, con la gonna abbondantemente ricamata e decorata. L’abito maschile è quello del charro, riccamente decorato con dettagli in argento (dalla tradizione della zona di Salamanca in Spagna).   
La musica suonata per accompagnare la danza fu composta espressamente per il ballo ed è suonata da band mariachi o gruppi di strumenti a corda come chitarre, arpe, violini, ecc.     

giovedì 15 novembre 2012

COME UNA BENEDIZIONE

BRACHA, la benedizione

Bracha, la benedizione. E' come una benedizione quando senti la maestà della montagna o vedi il  miracolo della vita di un nuovo bambino. E' come una benedizione quando scopri persone capaci di indignarsi, di non accettare un muro che divide i popoli, capace di andare controcorrente per costruire ponti e curare le ferite.
Ieri sera abbiamo imparato la Bracha, danza israeliana con una musica che ci parla delle nostra vecchia Europa, ieri sera mi sono divertita a ballare in cerchio tenendo per mano nuovi ballerini e spiando con la coda dell'occhio chi aveva già la sicurezza dei passi e del ritmo. Ieri sera abbiamo ballato una danza israeliana e la dedico con tutta la mia ammirazione a Izzeldin Abuelaish, medico palestinese che ha lavorato negli ospedali israeliani e che dedica la propria vita all'avvicinamento tra i popoli attraverso la sua professione medica.  
Nato nel 1955 a Jabalia, il più grande campo profughi, risiede nella Striscia di Gaza. E' ginecologo ed esercita la sua professione sui due versanti della “frontiera”, in Israele e in Palestina, per ideale di pace. e' stato personalmente colpito dalla guerra ma nemmeno dopo una gravissima tragedia famigliare  ha smesso di credere che la pace tra israeliani e palestinesi sia possibile, né di prestare la sua opera sia a Gaza che in Israele. 
Bracha, una benedizione scoprire persone come lui. 
Per chi ne vuole sapere di più:
- La fondazione  

- I. Abuelaish, Non odierò, Edizioni Piemme, 2011
"In Judaism a bracha is a blessing that is recited at specific times during services and rituals. A bracha can also be said when someone experiences something that makes them feel like uttering a blessing, such as seeing a beautiful mountain range or celebrating the birth of a child."

venerdì 9 novembre 2012

VERSO SUD, 17 novembre 2012 | Ritminfolk

stage di danze italiane



VERSO SUD, 17 novembre 2012 | Ritminfolk. : per capire un po' meglio le nostre radici italiane

RADICI

RADICI E RICORDI

Avevo sedici anni e frequentavo il corsi di danze popolari Arci in via Modica a Milano. Li frequentavo soprattutto perché facevo a ruota quello che faceva mia cugina Benedetta, più grande di me di quattro anni e con amici che mi erano molto simpatici, soprattutto uno con gli occhi azzurri iscritto a ingegneria .
Energia e fiato non mancavano e memorizzavo senza fatica tutte le sequenze e i passi.
Mi piaceva ballare un po' di tutto, non mi facevo troppe domande, mi bastava il movimento insieme agli altri. Durante il giorno le noiose lezioni all'istituto magistrale, i compiti, le ripetizioni... la sera diventavo grande e mi fiondavo con la bici in quel gruppo di appassionati di danze popolari brillanti e allegri.

E poi una mattina durante una lezione di latino ho visto sul libro la riproduzione di un affresco romano con una danza funebre di donne e sono rimasta di sasso!


Io la sera ballavo delle danze greche con la stessa posizione delle mani... io ripetevo i movimenti che quelle donne avevano fatto 2000 anni prima di me, e che qualcuno attraverso i più sconosciuti passaggi dei secoli e degli avvenimenti della grande storia aveva fatto arrivare fino alla mia civiltà fatta di macchine ed elettrodomestici...
Io sento di non poter mancare al compito di questa fortissima catena culturale che si annoda al passato e guarda al futuro.

martedì 6 novembre 2012

VENITE GENTE VENITE mercoledì 7 novembre

LE DANZE DEL 7 NOVEMBRE...


Queste di massima le danze che ripasseremo domani sera: Jarabe Tapatio (Messico), Bourrèe d’Auvergne (Francia), Karagouna (Grecia), Bhangra (Punjab) e forse anche The bees of Maggieknockatar (Scozia) oltre che le danze emiliane imparate con Maurizio Diamantini.

Se si arriva presto facciamo anche qualche danza da festa a ballo, come riscaldamento....Così è ben carburato anche chi poi va a fare anche latinoamericano!

domenica 4 novembre 2012

Paola: La danza e la mia vita

la storia di PAOLA




La professione d’insegnante mi ha sempre tenuta in contatto con il meraviglioso mondo dei bambini in cui tutte le esperienze e conoscenze sono interiorizzate se mediate dal gioco e dal divertimento con gli amici; e proprio con i bambini è iniziata la mia avventura nel mondo del ballo popolare: l’osservare l’espressività dei loro volti, la spontaneità dei loro movimenti, le loro dinamiche di relazione e il loro e connaturale interesse per un’attività mai sperimentata mi ha incuriosita. 


Ho iniziato così a frequentare dei corsi per apprendere le danze create dai popoli con ingredienti semplici come i gesti della vita quotidiana, le abitudini, i riti pagani o religiosi, i ruoli o il tempo del loro vissuto e mi sono iscritta alla Scuola di Formazione per Docenti di Danze Etniche Italiane dove ho incontrato materie nuove come l’antropologia, l’etnocoreologia e l’etnomusicologia.


Oggi continuo a proporre laboratori di balli popolari nelle scuole di ogni ordine e grado e a gruppi di adulti in modo da aver ben collegate la teoria appresa con la pratica. Ho fondato due gruppi folclorici, di cui sono anche la direttrice artistica, aventi l’obbiettivo di recuperare e far conoscere a più persone possibili le danze popolari.


In modo del tutto naturale sono entrata a far parte dei “nomadi del folk”, così definiti perché percorrono chilometri e chilometri per andare a feste in cui si ballano danze autoctone, magari con gli anziani del paese, o repertori provenienti dal mondo ebraico, dalle culture europee o d’oltre oceano.


Perché faccio tutto questo?


Perché il clima è sempre di festa, le danze si imparano facilmente, anche per imitazione, e mentre si balla cadono le barriere dei ruoli sociali e le paure del giudizio. Incontro vecchi e nuovi amici con cui scaricare le tensioni perché la mente, impegnata a seguire la musica, non pensa ai problemi e si libera dalla frenesia della vita.
 

sabato 3 novembre 2012

LETTERA A UN BALLERINO ASSENTE

LETTERA A UN BALLERINO ASSENTE


Ciao Ginger, 
da un po' di tempo manca la tua presenza nel gruppo e le conseguenze si sentono. 
Come spesso accade alcune donne si stanno  specializzando in ruoli maschili: è molto bello  far sentire chi comanda e occhieggiare i partner , battere i piedi, ecc,  ma io avrei ancora voglia di fare l’inchino in maniera più femminile e di sventolare un po’ le gonne.
E in fondo devo riconoscere che in certe circostanze è bello sentirsi dominate, controllate, guidate, sapere che il proprio compagno è bravo e sicuro e che con la giusta stretta di mano ci eviterà passi falsi …  
Il bello del ballare è che tutte queste cose ataviche e inconsce le si può esternare in forme belle da vedere e da provare, evitando di tornare con gli istinti al tempo degli uomini delle caverne o dei roghi alle streghe.
Bello è anche per un uomo che si sente rassicurato dalla presenza di una partner decisa che lo indirizza in passaggi in cui non si sente del tutto sicuro.  
Mi piacerebbe tenerti aggiornato per farti immaginare le nostre serate ma non mi è facile : abbiamo imparato a Bhangra del Punjab, The bees of Maggieknockatar una veloce danza scozzese con molti cambi di posto, la Karagouna greca, la Crouzado volante dell'Auvergne  (questa sono sicura che vorresti ballarla!!!) e stiamo ripassando le vecchie danze.
Quando ci troviamo la compagnia danzante ci rimotiva sempre e devo dire che stiamo proprio ballando benino, e quando capitano gli sbagli ci divertiamo lo stesso.
Sono tornate a ballare persone che non si vedevano da tanto e speriamo si riesca a ricompattare il gruppo. I nuovi sono sempre entusiasti  
Allora a giugno aspetterò di rivedere il tuo sorriso tra i ballerini, mi raccomando.
  Ciao


giovedì 1 novembre 2012

RITMINFOLK

RITMINFOLK,
 il gruppo i cui ballo 



"Non importa che tu sia bravo nella danza, solo alzati e danza." (M. Graham)

Ci troviamo tutti i mercoledì a Rezzato (vicino a Brescia) per imparare nuove danze folk e divertirci a ballare insieme.
tutti i riferimenti del gruppo su www.ritminfolk.it