LA CHACARERA
- lettera a Ginger
Ciao Ginger,
ci stiamo dedicando alla Chacarera e la tua presenza ci manca. Immagina le distese polverose della pianura argentina, immagina un corteggiamento in cui mettere tutta la propria passione nella potenza delle gambe .... Anche senza avere gli stivali del gaucho quando batti tu i piedi fai sentire il ritmo a tutta la fila, mentre con gli occhi sei capace di sorridere o di gelare chi ti sta di fronte.
Ogni donna si improvvisa corteggiatrice e sventola la propria gonna improvvisata "come un ventaglio al contrario": il bello della danza è che non ci sentiamo mai prede (piccola riflessione sull' 8 marzo appena trascorso).
Quindi, bello mio, torna presto, tornate presto a zapatear.
La chacarera arriva dal folklore, è un
ballo di corteggiamento, sostanzialmente di campagna. Questa danza si balla spontaneamente
solo in certe zone dell’ Argentina (specialmente a Santiago del Estero) e nella zona sud della Bolivia. Si esegue
tradizionalmente con chitarra, bombo y violino,
sebbene a partire dalla fine del XX secolo sono nate formazioni strumentali molto variate. Esistono sia chacareras
cantate (sia in spañolo che in quichua santiagueño ) sia solo strumentali.
E’ ballata da coppie che danzano liberamente con vari tipi di giri. con tutte le donne da
un parte e gli uomini dall'altra che prima anticipano la danza con il battito
delle mani e poi si intrecciano con eleganti volteggi sino all'abbraccio
finale.
Era una danza in 6/8 e la base
strumentale in 3/4. Questo particolare
gioco ritmico tra ritmi binari e ternari è
condiviso con altri balli popolari argentini. La sua origine è molto difficile da individuare,
probabilmente nacque nella zona di Santiago del Estero,
soprattutto nel sud della Provincia, dove il ceppo della popolazione si è
formato con argentini di discendenza africana. Questo spiega, accanto alla
chitarra e al violino, l'accompagnamento del bombo, un tamburo piuttosto alto
sul quale la mano sinistra, stretta attorno al manico di una piccola mazza,
produce un suono abbastanza profondo, strumento di chiara influenza indigena e
africana.
Il nome viene del vocabolo «chacarero», ‘lavoratore
in una chacra’ (chakra: ‘campo
di mais’, en quichua santiagueño), perché generalmente si ballava
in campagna (tutte le zone, tra loro limitrofe,
dove si pensa sia nata la chacarera, sono caratterizzate da un clima abbastanza
arido, con grandi distese di terra polverosa: questo dettaglio è importante per
immaginarsi e capire una parte molto importante della chacarera, el zapateo,
dove l’uomo con dei movimenti al limite della slogatura delle caviglie e delle
ginocchia, colpisce violentemente la terra con l’interno e l’esterno del piede). Solo
dopo arrivò nei centri urbani (verso la metà del XX secolo arrivò a Buenos
Aires, con la gran affluenza de migranti per l’ industrializzazione dove però
non attecchì mai del tutto) ed ora si balla in molte zone dell’Argentina con
caratteristiche e peculiarità locali..
La descrizione dei passi suole essere la seguente:
·
Introduzione
in cui i ballerini battono le mani dopo aver realizzato una serie di passi
liberi che simboleggiano, come in tutte le danze argentine, l’inizio del
corteggiamento. Uno dei musicisti avvisa con un grido «¡Se va la primera!» o qualche
altra variante. Una volta terminata l’ introduzione musicale, si sente il secondo
grido: «¡Adentro!» che inizia i movimenti e il canto.
·
Passi:
- Avanti
e indietro: la coppia fa due passi in avanti e due retrocendendo
schiccando le dita e con le braccia quasi totalmente estese sulla testa.
las cabezas.
- Giro:
La coppia fa due passi in avanti arrivando al centro e torna al posto
- Vuelta
intera: La coppia si scambia di posto lasciando il centro libero e ognuno
torna poi al suo posto, senza mai voltarsi di schiena. Questa figura
occupa l’intervallo non cantato.
- Zapateo:
l’uomo fermo sul posto batte i piedi (zapatos= scarpe)
- Zarandeo:
la donna si muove con el zarandeo,
un movimento in cui, sostiene la gonna con entrambe le mani scuotendola
come un ventaglio capovolto (zarandear=scuotere) e realizza uno o due
piccoli giri senza dare mai le
spalle al cavaliere.
- ¡Áhura!:
comincia con il grido «¡Áhura!» (adesso’). La coppia fa dapprima una
media vuelta e dopo conclude con il
«giro y coronación»: la coppia ruota
in maniera che entrambi rimangano in centro e che l’uomo termini con le
sue mani sulla testa della donna. Spesso
questo momento è sostituito con un abbraccio coreografico ed un sorriso
di liberazione, dopo tanti giri ecco il meritato premio.
La coppia approfitta poi della
pausa e dell’introduzione della «segunda» ―che viene chiamata in maniera analoga alla
«primera», con un grido de uno dei musicisti―, per retrocedere fino a una
distanza simile a quella dell’inizio.
Donna: scarpe di cuoio con tacco leggero. Vestito in due
pezzi: gonna con giro largo e adornata
di volantes, camicia abbottonata davanti con volante applicato come sopragonna
ed altri sulle maniche e intorno al collo. Acconciatura con una o due trecce.
Uomo: stivali con o senza sproni. Giacca corta con angoli retti e piccoli
adorni, camicia bianca o colorata, fascia in vita, fazzoletto di seta al collo
con le punte sulla schiena. Cappello non troppo alto, coltello alla cintura.