venerdì 9 novembre 2012

RADICI

RADICI E RICORDI

Avevo sedici anni e frequentavo il corsi di danze popolari Arci in via Modica a Milano. Li frequentavo soprattutto perché facevo a ruota quello che faceva mia cugina Benedetta, più grande di me di quattro anni e con amici che mi erano molto simpatici, soprattutto uno con gli occhi azzurri iscritto a ingegneria .
Energia e fiato non mancavano e memorizzavo senza fatica tutte le sequenze e i passi.
Mi piaceva ballare un po' di tutto, non mi facevo troppe domande, mi bastava il movimento insieme agli altri. Durante il giorno le noiose lezioni all'istituto magistrale, i compiti, le ripetizioni... la sera diventavo grande e mi fiondavo con la bici in quel gruppo di appassionati di danze popolari brillanti e allegri.

E poi una mattina durante una lezione di latino ho visto sul libro la riproduzione di un affresco romano con una danza funebre di donne e sono rimasta di sasso!


Io la sera ballavo delle danze greche con la stessa posizione delle mani... io ripetevo i movimenti che quelle donne avevano fatto 2000 anni prima di me, e che qualcuno attraverso i più sconosciuti passaggi dei secoli e degli avvenimenti della grande storia aveva fatto arrivare fino alla mia civiltà fatta di macchine ed elettrodomestici...
Io sento di non poter mancare al compito di questa fortissima catena culturale che si annoda al passato e guarda al futuro.

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